Stranezze comportamentali delle pecore al pascolo
Oggigiorno mi passa per la testa di raccontare ancora l’erba e le pecore al pascolo.
Ci eravamo fermati alle abitudini e alle preferenze che questi animali hanno nell’alimentarsi e vorrei approfondire alcune curiosità comportamentali che sono nell’indole di questo erbivoro.
C’è un aspetto molto importante nella gestione pascolo-allevamento, al quale bisogna prestare molta attenzione per evitare problemi di salute o cali di produzione. Nelle pecore la preferenza verso una pianta o una specie presente nel pascolo non è mai costante ma varia nel tempo, addirittura anche nel corso della giornata.
I primi giorni di pascolamento in un determinato appezzamento, quando si ha a disposizione un erba eccellente, fogliosa, molto appetibile e quindi ricca di proteine bisogna limitare il tempo di permanenza. Essendo la pecora molto ingorda e golosa non percepisce il senso di sazietà, in questi casi si usa il pascolamento cosidetto “a ore”, o pascolo razionato, che consiste nel togliere da quel pascolo le pecore prima che si ingozzino troppo e trasferirle in un altro meno abbondante e più grossolano. Questo sistema fa sì che l’animale si abitui gradatamente a quel tipo di pascolo e che piano piano assuma un comportamento pascolativo regolare. Di questa tecnica di pascolamento e di altre (pascolo continuo, pascolamento a rotazione ecc.) però ne parleremo più avanti.
A volte invece l’appetito delle pecore verso un dato alimento, anche delle erbe preferite, diminuisce via via che viene consumato. Ciò è in relazione al senso di sazietà, derivante sia dalla percezione dei nutrienti apportati da quel pascolo, che dalla “stanchezza” verso il suo aroma.
Questo accade quando si lasciano gli animali per troppi giorni nello stesso appezzamento o quando si ha a disposizione un solo tipo di erba, ed è probabile che allora la pecora interrompa l’attività pascolativa e si metta a riposare e a ruminare. Se invece disponiamo di un pascolo con diverse caratteristiche nutrizionali e sensoriali, l’ingestione potrà proseguire, raggiungendo livelli ottimali. In altre parole è fondamentale mettere a disposizione del gregge una nutrita varietà di erbe che si completano una con l’altra, ad esempio graminacee, leguminose, bietole, lattughino, borraggine, asfodelo, cardo, e foglie della macchia mediterranea.
Quindi per ben gestire il gregge bisogna da un lato conoscere il pascolo e dall’altro conoscere il loro comportamento alimentare. Solo così è possibile stabilire le tecniche di pascolamento idonee ed ottimali per entrambi: erba ed erbivoro.
Tutto sommato non è così difficile fare il pastore, basta solo prestare un po’ di attenzione…
Un Caro Saluto,
Pier Angelo
Tula, 23 maggio 2015