La “preparazione all’asciutta”

imageÈ  tanto che in questo diario di bordo non trattiamo argomenti sulla gestione dell’allevamento ovino. Mi piace molto raccontare il mio lavoro perchè lo amo e lo faccio con passione.

I fabbisogni nutritivi cambiano a seconda dello stato fisiologico in cui l’animale si trova e il loro soddisfacimento è influenzato anche dalle caratteristiche e dalla qualità degli alimenti che si usano in una determinata fase fisiologica.

È ormai noto a tutti che le pecore da latte richiedono un periodo di riposo tra le due lattazioni, sia perché nel periodo estivo, in alcuni casi si hanno scarse disponibilità foraggere, sia perché anche la mammella ha bisogno di rigenerarsi per raggiungere buoni livelli produttivi nella successiva lattazione. In questo periodo (siamo ai primi di settembre) le pecore “pluripare” sono gravide di tre mesi circa, quindi mancano appena sessanta giorni al parto e non è convenente spingersi troppo avanti con la mungitura, anche perché si potrebbe influenzare negativamente la salute del prossimo nascituro. Le pecore con parto primaverile potrebbero colmare il vuoto produttivo estivo, evitando l’incostanza della produzione con il resto dell’anno, per cui la destagionalizzazione delle monte darebbe luogo ad una produzione di latte continua garantendo una regolare presenza dei nostri prodotti sul mercato (specialmente i  formaggi freschi e la ricotta), rispondendo alle esigenze di buona parte dei consumatori.

Una prassi percorribilissima nella nostra azienda dove abbiamo erba anche in estate perché servita di irrigazione, ma che noi abbiamo preferito evitare, sia per un motivo commerciale ma soppratutto di immagine, (un formaggio stagionale è assolutamente più buono di un formaggio prodotto fuori stagione, magari in maniera forzata). Come accennato prima le pecore hanno bisogno di un periodo di riposo chiamato “asciutta”, più che meritata, poi in azienda in autunno ci sono una serie di lavori ordinari da svolgere, quali: arature, semine di erbai e prati, taglio della legna da ardere, chiudende e manutenzione aziendale in generale.

Il pastore non vede l’ora di rigenerarsi un po’ dopo una lunga stagione di duro lavoro, ma deve aspettare ancora, il suo compito non è ancora finito.

C’è un momento di transizione che intercorre tra la lattazione e la fase di asciutta, questa è una fase molto critica e va gestita con molta attenzione. Questo periodo di “preparazione all’asciutta”, spesso trascurato dai tecnici e sottovalutato da molti pastori, può durare più di una settimana, consiste per prima cosa nel togliere l’erba dalla razione, la quale essendo molto proteica stimola la produzione Lattea, somministrare foraggi secchi o di scarsa qualità, meglio se stoppie pascolative associate a piante arboree come olivastro o lentischio ricche di foglie e di semi oleosi poco proteici ma molto energetici e nutrienti, in più tali semi sono ricchi di acido oleico, fonte di omega-9, un potente antiossidante.

imageNon sono un tecnico, ma ho notato che quando si cibano di queso mix le pecore “cambiano il pelo” come si dice in gergo, in altre parole il vello diventa più lucido e liscio, questo è il primo segno di un animale in buona salute. In queste piante arbustive, come il lentischio sono presenti alti contenuti di “tannini condensati”, (leggi qui) i quali hanno effetti benefici in questa fase della dieta delle pecore, infatti riducono i rischi da eccesso proteico- riducono la digeribilità della razione (soppratutto proteina)- stimolano la riduzione della produzione di latte- e una cosa molto importante- riducono i parassiti gastro-intestinali. La mungitura passa da mattina e sera ad una sola volta al giorno, poi gradualmente a tre munte, poi un giorno sì e un giorno no e così via a decrescere, fino a che sarà eliminato l’ultimo secreto presente in mammella.

Decelerare, frenare delicatamente, rallentare e parcheggiare (solo un paio di mesi), in modo armonico e graduale influiscono positivamente sul benessere dell’animale.

A questo punto si chiude in modo del tutto naturale e senza stress della pecora la via lattea, scongiurando l’insorgenza di infezioni batteriche intramammarie (mastiti), pericoli che sono sempre in agguato e che provocano seri danni nell’allevamento, di cui a volte ci si rende conto solo quando inizia la lattazione successiva.

Ora il pastore si può anche rilassare, solo ora, dopo essersi assicurato che la lattazione  si è conclusa completamente e correttamente.

E mentre le pecore sono in asciutta noi approfittiamo di qualche escursione al mare per fare qualche bagnetto settembrino e prendere l’ultimo sole d’estate.

Un caro saluto,

Pier Angelo

Tula, 5 settembre 2015