Anagrafe e “rintracciabilità”
Per risalire alle origini dell’anagrafe del bestiame bisogno guardare al passato, anche con un pizzico di malinconia. Infatti assumeva un significato diverso a quello attuale perché ruotava attorno a una realtà locale, in cui gli animali erano considerati come benessere primario legato fortemente alla famiglia.
Oggi il concetto di anagrafe bestiame assume un significato più ampio, aprendosi al mercato globale e al libero scambio delle merci (in questo caso la carne). L’anagrafe fu istituita principalmente per combattere l’abigeato, allora molto frequente, che sottraeva reddito e valore alle famiglie in un contesto sociale dove gli animali erano considerati beni di prima necessità.
Sono tanti i metodi di identificazione del bestiame adottati nel corso degli anni dagli allevatori. In passato gli animali venivano tradizionalmente identificati tramite “sos sinnos”, consisteva nel procurare uno strappo di un lembo del padiglione auricolare, o con un taglio netto o a coda di rondine, o forando con un apposito arnese l’orecchio. Un altro metodo di identificazione era la marchiatura a fuoco, che consisteva nell’appoggiare un ferro rovente con le iniziali del proprietario su una parte del corpo, questi segni di identificazione applicati in un infinita’ di combinazioni, rimanevano indelebili e inamovibili e venivano riportati in una bolletta che andava registrata nell’ufficio anagrafe del comune.Oggi si sono rivelati inadeguati perché troppo cruenti, e distanti dal concetto del benessere animale.
Tutti i possessori di animali dovevano essere provvisti della bolletta, che rappresentava la carta d’identità e che accompagnava l’animale per tutta la vita. Si e successivamente passati, ai tatuaggi e alle marche auricolari, quest’ultimo è il sistema attualmente riconosciuto per i ruminanti, ma ha lasciato insoluti i problemi dell’anagrafe, con notevoli lamentele da parte degli allevatori e dei tecnici. Infatti, le marche presentano numerosi problemi: perdita frequente, possibilità di sostituzione e di conseguenza problematiche legate all’abigeato e alle frodi, scarsa leggibilità a cui consegue la possibilità di confusione tra gli animali.
La nuova anagrafe consiste nell’identificazione elettronica, è dettata da regole comunitarie ed è gestita e monitorata dalla banca dati Nazionale attraverso apparecchiature informatiche che documentano lo stato numerico degli animali su tutto il territorio. Alle marche auricolari viene associato un microchip che viene introdotto nel rumine in modo assolutamente indolore.
L’identificazione elettronica consiste nell’avvicinare un apposito lettore nella zona addominale, i dati identificativi dell’animale vengono memorizzati e trascritti sul registro aziendale, si possono memorizzare sul computer e trasmettere in tempo reale alla banca dati. Questo sistema d’identificazione sicuro e trasparente garantisce la “rintracciabilità” e tutela la salute del consumatore avvicinandolo al processo produttivo, inoltre mette in condizione gli organi di controllo di prevenire, sorvegliare ed evitare l’insorgenza di malattie infettive.
Possiamo quindi definire la “rintracciabilità”come uno strumento che permette di seguire un prodotto nella filiera, ne individua l’origine e raccoglie informazioni soprattutto qualificanti e va a soddisfare parametri alimentari ben definiti soprattutto di natura salutistica.
Un caro saluto
Pier Angelo
Tula, 26 giugno 2015